Pompei

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Pompei la città sepolta

Nel 79 dopo Cristo Pompei venne ricoperta dall’eruzione del Vesuvio distruggendo in poche ore la città e uccidendo tutta la sua popolazione in quel periodo.

Pompei nacque Circa 7 secoli prima di tale distruzione, da parte di un Antico popolo Italico gli Osci che avevano elevato le prime fortificazioni, anche se erano sicuramente passati molti più anni dall’epoca in cui i primi insediamenti umani si erano stabiliti in quel luogo.

La posizione geografica di Pompei era favorevole per gli scambi commerciali con i mercanti greci e Fenici che trovavano in quella zona un facile è sicuro Approdo.

 Il Terribile evento che ha causato la scomparsa di Pompei ha portato fino ai giorni nostri tutta la sua storia, lasciando per alcuni aspetti intatta la vita del tempo.

Non soltanto Pompei, fu tra le città sepolte dalla lava, insieme furono seppellite anche Ercolano e Stabia.  I primi rinvenimenti archeologici nelle tre città furono quasi una casualità nel 1719 da parte di un generale della Cavalleria del Regno di Napoli.

Questi non era un archeologo e stava scavando un pozzo dietro la propria Villa e per pura combinazione scoprì la scena del teatro di Ercolano lì dove il fiume di fango eruttato dal Vesuvio aveva accumulato le statue del palcoscenico.

Questo ritrovamento destò l’attenzione di Maria Cristina Di Sassonia, moglie di Carlo di Borbone che quasi vent’anni dopo inizio degli Scavi più approfonditi fino ad arrivare da Ercolano a Pompei.

In questa prima fase però i ritrovamenti servivano soltanto ad arricchire i musei reali e le opere d’arte che potevano essere rimosse venivano portate in questi luoghi e gli scavi nuovamente ricoperti.

Solo con la nascita dell’accademia Ercolanense nel 1755, I ritrovamenti di Pompei ed Ercolano no furono nuovamente portati alla luce, ma  Ma la vera e propria esplosione degli Scavi si ebbe solo  durante il dominio Napoleonico.

Anche se il momento più importante, per la storia delle tre città sepolte, si ebbe nel 1860 quando fu nominato sovraintendente Giuseppe Fiorelli che adottò il principio della conservazione integrale dei reperti e che fu inventore del metodo che consiste nel colare gesso liquido nella cavità del terreno, consentendo di ottenere anche gli stampi dei corpi delle vittime che altrimenti si dissolvevano a contatto con l’aria.

Il suo successore Amedeo Maiuri raggiunse un grado di minuziosità e di perfezione unico al mondo, conservando intatta ogni traccia della vita dell’antica città e dov’era possibile il restauro degli edifici, talmente minuziosa da arrivare a creare calchi delle radici delle piante in modo da avere una ricostruzione anche dei Giardini.

Questo sistema se da una parte ci ha permesso di avere quasi una fotografia istantanea nel momento in cui le città furono sepolte dall’eruzione è un procedimento lento e laborioso, è per questo che ancora ad oggi ci sono sempre nuove scoperte.